L’iperglicemia perioperatoria è rischiosa per i non diabetici

(Reuters Health) – Il rischio di complicanze causate da iperglicemia perioperatoria è maggiore per i pazienti non diabetici rispetto ai diabetici. E’ quanto emerge da uno studio di corte condotto da Judy Y. Chen e colleghi presso l’Università di Washington Medical Center.

5.868 pazienti – di cui 969 (17%) affetti da diabete – sono stati sottoposti a interventi di chirurgia generale (83,4%), vascolare (2,6%) o ginecologica (14%) con un ricovero programmato presso l’Università di Washington Medical Center.

L’ospedale utilizza un protocollo di monitoraggio e gestione della glicemia perioperatoria che testa e tratta tutti i pazienti, indipendentemente dal fatto che soffrano o meno di diabete. I livelli di glucosio sono stati misurati il giorno dell’intervento, durante l’operazione a intervalli di 60-90 minuti e poi al mattino del primo e del secondo giorno del postoperatorio (o anche più spesso, in base alla gestione clinica del malato).

L’iperglicemia è considerata lieve se i valori sono compresi tra 140-179 mg/dl, moderata tra 180 e 249 mg/dl e grave quando superiore a 250 mg/dl.

Nello studio, rispetto a ciascun livello di iperglicemia, un numero maggiore di pazienti non diabetici ha sviluppato complicazioni rispetto a quelli con diabete.

Circa il 24% dei pazienti non diabetici è stato sottoposto al test dell’emoglobina glicata A1c (HbA1c) entro 90 giorni prima dell’intervento chirurgico; Il 78,7% di loro era nel range dei valori non corrispondenti al diabete, il 13,1% aveva livelli di HbA1c del 6%-6,5% e l’8,2% aveva livelli di HbA1c >6,5%.

Complessivamente, il 91% dei diabetici e il 51% dei non diabetici presentava iperglicemia entro 24 ore dall’intervento chirurgico.

Le complicanze postoperatorie, come definite dal National Surgical Quality Improvement Program, si sono verificate nel 12% dei soggetti diabetici e nel 14% di quelli non diabetici. I tassi di complicanze gravi erano del 9,2% nei pazienti con diabete e dell’8% in coloro che non avevano la malattia.

Ad ogni livello di iperglicemia la percentuale di pazienti che hanno manifestato complicanze è risultata maggiore nei non diabetici rispetto ai diabetici: nelle forme lievi, 13,3% vs 6,8%, in quelle di grado moderato 22% contro 14% e nelle iperglicemie gravi, 38% contro 24%. Questi risultati erano simili anche per quanto riguarda le complicazioni gravi.

Dopo opportuno aggiustamento dei fattori di calcolo, gli odds ratio per il rischio di qualsiasi complicazione nei non diabetici erano 1,83 (lieve iperglicemia), 1,49 (iperglicemia moderata) e 1,88 (grave iperglicemia). I rispettivi odds ratio per le complicanze gravi erano 1,57, 1,87 e 2,0.

Tra i pazienti con iperglicemia moderata o grave, l’insulina è stata somministrata al 61% dei non diabetici e al 91% dei diabetici.

Tra i non diabetici con iperglicemia moderata o grave, le probabilità rettificate di qualsiasi complicazione o complicanza grave in base alla somministrazione di insulina erano rispettivamente 0,79 (IC 95%, 0,58-1,07) e 0,79 (95%, 0,57-11).

Fonte: JAMA Surgery online

Patricia A. Sheiner

(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)

 

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